Privatizzata la Difesa Italiana (da rivista "Valori", febbraio 2010)
Una serie di iniziative, varate a raffica negli ultimi mesi, allontana definitivamente i cittadini dal controllo di alcuni pilastri come la Difesa e la Protezione Civile e apre la strada ad altre privatizzazioni in settori delicatissimi. Nella Legge Finanziaria 2010, composta da due soli articoli, ma con ben 247 commi, viene varata la privatizzazione della Difesa Italiana.
Ce ne parla Gianni Alioti, coordinatore per il settore internazionale della Fim-Cisl:
"Difesa Servizi SpA gestirà l’acquisizione di beni e servizi per le Forze Armate, secondo regole privatistiche (meno vincolanti sui reati di corruzione/concussione e abuso d’ufficio), con scarsa trasparenza (eliminazione della gara pubblica) e senza dover rispondere alla Corte dei Conti. Se è vero che il controllo societario è nelle mani del Ministero Difesa, sarà il Ministro in carica a scegliere dirigenti e membri del Cda senza controllo parlamentare. E' una forma di "privatizzazione" molto simile alle liberalizzazioni post-sovietiche, dove la nomenclatura al potere si è appropriata di pezzi dello stato. Anche in Italia si sta creando un precedente pericoloso per l'architettura statale e per la pubblica amministrazione, che in futuro potrà applicarsi a sanità, istruzione e giustizia. Com’è già avvenuto con la "Protezione Civile Spa", che gestirà appalti ed emergenze per conto della Presidenza del Consiglio senza obblighi di consultazione e rispetto del diritto pubblico".
Continua Alioti: "Nei compiti di Difesa Servizi c’è, inoltre, la valorizzazione d’immobili e aree del demanio militare con i più svariati usi, esempio lo smaltimento dei rifiuti, con l'aggravante di gestire "affari privati" in siti secretati come militari. Se ci sono esigenze di far cassa è meglio, allora, alienare in modo trasparente e riconvertire a usi civili - a favore di privati e comunità locali - tutte le basi, strutture, caserme e immobili non più necessari ai fini della difesa, riducendo così le “servitù militari”.
Una serie di iniziative, varate a raffica negli ultimi mesi, allontana definitivamente i cittadini dal controllo di alcuni pilastri come la Difesa e la Protezione Civile e apre la strada ad altre privatizzazioni in settori delicatissimi. Nella Legge Finanziaria 2010, composta da due soli articoli, ma con ben 247 commi, viene varata la privatizzazione della Difesa Italiana.
Ce ne parla Gianni Alioti, coordinatore per il settore internazionale della Fim-Cisl:
"Difesa Servizi SpA gestirà l’acquisizione di beni e servizi per le Forze Armate, secondo regole privatistiche (meno vincolanti sui reati di corruzione/concussione e abuso d’ufficio), con scarsa trasparenza (eliminazione della gara pubblica) e senza dover rispondere alla Corte dei Conti. Se è vero che il controllo societario è nelle mani del Ministero Difesa, sarà il Ministro in carica a scegliere dirigenti e membri del Cda senza controllo parlamentare. E' una forma di "privatizzazione" molto simile alle liberalizzazioni post-sovietiche, dove la nomenclatura al potere si è appropriata di pezzi dello stato. Anche in Italia si sta creando un precedente pericoloso per l'architettura statale e per la pubblica amministrazione, che in futuro potrà applicarsi a sanità, istruzione e giustizia. Com’è già avvenuto con la "Protezione Civile Spa", che gestirà appalti ed emergenze per conto della Presidenza del Consiglio senza obblighi di consultazione e rispetto del diritto pubblico".
Continua Alioti: "Nei compiti di Difesa Servizi c’è, inoltre, la valorizzazione d’immobili e aree del demanio militare con i più svariati usi, esempio lo smaltimento dei rifiuti, con l'aggravante di gestire "affari privati" in siti secretati come militari. Se ci sono esigenze di far cassa è meglio, allora, alienare in modo trasparente e riconvertire a usi civili - a favore di privati e comunità locali - tutte le basi, strutture, caserme e immobili non più necessari ai fini della difesa, riducendo così le “servitù militari”.
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