venerdì 24 aprile 2009
25 Aprile:lettera di un condannato a morte
In ricordo di chi ci ha donato la LIBERTÀ
Ricordare ed apprezzare il 25 Aprile non è facile per chi, come molti della mia generazione, me compreso, non ne ha pagato un prezzo reale, non riesce a percepirne il vero valore. Se è vero che le vittorie più gloriose sono figlie naturali di lotte sofferte e dolorose, risalta con ancora maggiore evidenza la nostra ignoranza storica che ci porta spesso ad accomunare la data del 25 Aprile non come un Grande giorno di commemorazione e di Unità ma piuttosto come un week-end lungo per un escursione in famiglia o tra amici o comunque con un semplice giorno di festa dal lavoro. Mi vergogno di questo.
In ricordo di coloro che, con gesta eroiche ci hanno donato un valore così immenso: la LIBERTÀ
Di seguito la lettera di un condannato a morte della Resistenza Italiana, eroi comuni di un mondo così lontano dal nostro:
"Lorenzo Viale
Di anni 27 - ingegnere alla FIAT di Torino - nato a Torino il 25 dicembre 1917 -. Addetto militare della squadra "Diavolo Rosso", poi ufficiale di collegamento dell'organizzazione "Giovane Piemonte" - costretto a lasciare Torino, si unisce alle formazioni operanti nel Canavesano -. Catturato l'8 dicembre 1944 a Torino, nella propria abitazione, in seguito a delazione, per opera di elementi delle Brigate Nere, essendo sceso dalla montagna nel tentativo di salvare alcuni suoi compagni -. Processato l'8 febbraio 1945, dal Tribunale Co:Gu: (Contro Guerriglia) di Torino, perché ritenuto responsabile dell'uccisione del prefetto fascista Manganiello -. Fucilato l'11 febbraio 1945 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, con Alfonso Gindro ed altri tre partigiani.
Torino, 9 febbraio 1945
Carissimi,
una sorte dura e purtroppo crudele sta per separarmi da voi per sempre. Il mio dolore nel lasciarvi è il pensiero che la vostra vita è spezzata, voi che avete fatti tanti sacrifici per me, li vedete ad un tratto frustrati da un iniquo destino. Coraggio! Non potrò più essere il bastone dei vostri ultimi anni ma dal cielo pregherò perché Iddio vi protegga e vi sorregga nel rimanente cammino terreno. La speranza che ci potremo trovare in una vita migliore mi aiuta a sopportare con calma questi attimi terribili. Bisogna avere pazienza, la giustizia degli uomini, ahimè, troppo severa, ha voluto così. Una cosa sola ci sia di conforto: che ho agito sempre onestamente secondo i santi principi che mi avete inculcato sin da bambino, che ho combattuto lealmente per un ideale che ritengo sarà sempre per voi motivo di orgoglio, la grandezza d'Italia, la mia Patria: che non ho mai ucciso, né fatto uccidere alcuno: che le mie mani sono nette di sangue, di furti e di rapine. Per un ideale ho lottato e per un ideale muoio. Perdonate se ho anteposto la Patria a voi, ma sono certo che saprete sopportare con coraggio e con fierezza questo colpo assai duro.
Dunque, non addio, ma arrivederci in una vita migliore. Ricordatevi sempre di un figlio che vi chiede perdono per tutte le stupidaggini che può aver compiuto, ma che vi ha sempre voluto bene.
Un caro bacio ed abbraccio
Renzo"
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1 commento:
altri uomini...l uomo di oggi e troppo infeminato per afrontare la vita e i suoi problemi..vive di steriopadi e non di originalita vive di televisione e non del proprio istinto....vuole il lusso e non la modestia ....si metti ANCHE il profumo..stanno ancora a casa con la mamMina invece di farsi la loro vita...AAAA...FINOCCHI....
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